olio e ulivi |
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gli ulivi di Van Gogh
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Link a siti sull'olio
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Orogiallo a Bologna
Città dell'Olio
Museo dell'olivo e dell'olio
Olio ed olivi
Olio di oliva
Frantoio Vabro
http://www.frantoiovabro.it
Umbria terra dell'olio
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Link a siti su vino, castagne, altri prodotti
Strada del vino Montecucco:
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Castagne
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Rivenditore della G.B.
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di Giovanni Pascoli La canzone dell'ulivo I A' piedi del vecchio maniero che ingombrano l'edera e il rovo; dove abita un bruno sparviero, non altro, di vivo; che strilla e si leva, ed a spire poi torna, turbato nel covo, chi sa? dall'andare e venire d'un vecchio balivo: a' piedi dell'odio che, alfine, solo è con le proprie rovine, piantiamo l'ulivo! II l'ulivo che a gli uomini appresti la bacca ch'è cibo e ch'è luce, gremita, che alcuna ne resti pel tordo sassello; l'ulivo che ombreggi d'un glauco pallore la rupe già truce, dov'erri la pecora, e rauco la chiami l'agnello; l'ulivo che dia le vermene pel figlio dell'uomo, che viene sul mite asinello. III Portate il piccone; rimanga l'aratro nell'ozio dell'aie. Respinge il marrello e la vanga lo sterile clivo. Il clivo che ripido sale, biancheggia di sassi e di ghiaie; lo assordano l'ebbre cicale col grido solivo. Qui radichi e cresca! Non vuole, per crescere, ch'aria, che sole, che tempo, l'ulivo! IV Nei massi le barbe, e nel cielo le piccole foglie d'argento! Serbate a più gracile stelo più soffici zolle! Tra i massi s'avvinchia, e non cede, se i massi non cedono, al vento. Lì, soffre, ma cresce, né chiede più ciò che non volle. L'ulivo che soffre ma bea, che ciò ch'è più duro, ciò crea che scorre più molle. V Per sé, c'è chi semina i biondi solleciti grani cui copra la neve del verno e cui mondi lo zefiro estivo. Per sé, c'è chi pianta l'alloro che presto l'ombreggi e che sopra lui regni, al sussurro canoro del labile rivo. Non male. Noi mèsse pei figli, noi, ombra pei figli de' figli, piantiamo l'ulivo! VI Voi, alberi sùbiti, date pur ombra a chi pianta ed innesta; voi, frutto; e le brevi fiammate col rombo seguace! Tu, placido e pallido ulivo, non dare a noi nulla; ma resta! ma cresci, sicuro e tardivo, nel tempo che tace! ma nutri il lumino soletto che, dopo, ci brilli sul letto dell'ultima pace! |
di Federico Garcia Lorca Il campo di ulivi Il campo di ulivi s'apre e si chiude come un ventaglio. Sopra l'uliveto v'è un cielo sommerso e una pioggia oscura d'astri gelati. Tremano giunco e penombra sulla riva del fiume. L'aria grigia s'increspa. Gli ulivi son carichi di gridi. Uno stormo d'uccelli prigionieri, che muovon le lunghissime code nel buio. ![]() ![]() |
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